Si racconta che lo Scarpone Luvinatese sia nato per caso più di 50 anni fa; le sue origini risultano un po’ nebulose, come lo sono tutte le leggende che si rispettino. Un giorno due luvinatesi “doc” Giulio Broggi e Mario Pozzi si ritrovarono, come erano soliti fare, al Circolo dopo una giornata di lavoro; dopo aver bevuto qualche “bianchino” si trovarono a discutere su quale fosse il sentiero più veloce per raggiungere la cima del Campo dei Fiori; ciascuno di loro aveva la propria “scorciatoia”. Siccome ciascuno rimaneva sulla propria idea, a questo punto i due si lanciarono il fatidico guanto di sfida.
Il giorno stabilito, partirono dalla Piazza del Paese e stabilirono che avrebbe vinto il primo che fosse arrivato alla cima di Punta Paradiso dove ancora non esisteva l’Osservatorio astronomico fondato dal prof. Furia; ciascuno avrebbe seguito il percorso che riteneva più opportuno. Non si sa chi arrivò per primo quella volta, ma da allora si stabilì che quella corsa in montagna si sarebbe tenuta alche gli anni successivi seguendo il percorso stabilito.
Da allora il Primo Maggio di tutti gli anni, con qualsiasi condizione climatica, si corre questa particolare gara lungo i sentieri della nostra montagna: si parte dalla piazza per affrontare subito la ripida salita asfaltata della Panera, si entra poi nel sentiero passando dalla cascina Zambella e dal Sass del Signur. Seguendo poi il canalone lungo il sentiero Dal Zotto il percorso si inerpica sulla montagna fino a sbucare sulla strada militare che porta al forte di Orino. Dopo un piccolo tratto pianeggiante, si affronta l’ultimo strappo per giungere all’arrivo posto accanto all’Osservatorio. Il tragitto è lungo solo 5.6 km, ma ha un dislivello di 800 metri, da Piazza Cacciatori delle Alpi (425 m s.l.m) all’Osservatorio (1225 m s.l.m).
Il percorso è sempre stato lo stesso da allora in poi, tranne nell’edizione del 1984 quando fu leggermente modificato. Ma l’anno successivo si tornò subito al percorso originale visto lo scarso successo della novità.
Oggi i partecipanti non utilizzano più gli “scarponi” usati dai due primi luvinatesi, ma l’impegno dedicato è sempre quello della prima gara.